La Chiesa Cattedrale – il Duomo come la chiamano gli abitanti del capoluogo abruzzese – è il monumento più insigne di Teramo. Posta al centro della città, con il suo complesso e con la sua mole, ne costituisce quasi il simbolo, dato che del centro storico è il punto di convergenza delle più antiche e importanti vie cittadine (oggi Corso S. Giorgio, Corso Cerulli e Corso De Michetti in senso longitudinale e Corso Porta Romana, via V. Veneto, Via Oberdan e Piazza Martiri Pennesi in senso trasversale) delimitandone anche gli antichi quartieri urbani (S. Giorgio, S. Spirito, S. Maria a Bitetto e S. Leonardo); le due pazze (martiri della Libertà e Orsini) su cui si erge, danno maggiore slancio al suo insieme architettonico.
Ed è proprio l’architettura esterna a portare i segni dei diversi tempi in cui l’edificio fu costruito. Queste le date essenziali: cominciato nel 1158, dopo la distruzione di Teramo del 1155, dal Vescovo Guido II, fu completato nel 1176, prolungato dal romano Monsignor Niccolò degli Arcioni (1317-1337), fu quasi certamente modificato nella seconda metà del ‘400 e trasformato all’interno in forme barocche nel 1739, per iniziativa del Vescovo Alessio de Rossi, per essere ripristinato nel suo originario aspetto negli anni 1929-1933 dal Vescovo Antonio Micozzi.
Conseguenziali i due stili fondamentali dell’edificio: la parte più antica in romanico, proprio del secolo XII, e l’altra di stile gotico (secolo XIV) uniti da un prestigioso tributo in pietra e mattoni che da’ slancio ed eleganza all’edificio che trova il suo completamento in due cappelle aggiunte nel sec. XVII; spiegabili anche le due facciate, caratteristica di questa Cattedrale, di cui è dotata: la più antica, verso Piazza Orsini, e l’altra più semplice, più essenziale, con un portale mai aperto e mai usato, verso la Piazza Martiri della Libertà, ed in comune due scalinate che danno sfarzo e maestà alle due facciate.